Antonio Tajani ha annunciato la sua priorità fiscale: abbassare l’aliquota Irpef dal 35% al 33%, con un allargamento della fascia di reddito fino a 60 mila euro. Una misura che, nella sostanza, va a favorire i redditi medio-alti, cioè coloro che se la cavano già bene, e non i ceti medio-bassi che più soffrono il peso del fisco e l’inflazione.

La giustificazione di Tajani è semplice: «L’anno scorso abbiamo ridotto l’Irpef ai redditi medio-bassi, ora tocca al ceto medio-alto». Ma il ragionamento mostra tutta la superficialità di chi non conosce fino in fondo il funzionamento degli scaglioni Irpef.

Gli scaglioni non sono compartimenti stagni: chi guadagna 50 mila euro, ad esempio, paga il 23% sui primi 28 mila, il 35% fino a 50 mila e poi il 43% sulla quota eccedente. Ne consegue che qualsiasi riduzione sulle aliquote intermedie si riflette anche sui redditi più alti. Non esiste quindi un “taglio per i ceti medio-alti” che non finisca, inevitabilmente, per avvantaggiare soprattutto chi guadagna di più.

L’effetto reale della proposta sarebbe quello di regalare centinaia o migliaia di euro ai redditi sopra i 40-50 mila euro, lasciando le briciole ai lavoratori che faticano ad arrivare a fine mese. Una scelta politica precisa, non un principio di equità fiscale.

Il vero problema del nostro sistema, infatti, non è la tassazione dei benestanti, ma il peso schiacciante del cuneo fiscale su salari medi e bassi. In un Paese in cui milioni di famiglie vivono con stipendi netti inferiori ai 1.500 euro al mese, il dibattito dovrebbe concentrarsi su come alleggerire chi fatica a pagare l’affitto, le bollette e la spesa.

Tajani rivendica una battaglia di “giustizia fiscale”, ma la giustizia, in questo caso, sembra piegata all’interesse di chi non ha certo bisogno di ulteriori sconti. Se il governo vuole davvero mettere mano al fisco, dovrebbe partire da un principio semplice: chi ha meno deve pagare meno, chi ha di più deve contribuire di più. Non il contrario.

E basta con gli slogan elettorali. Tajani dice che vuole detassare le tredicesime sapendo che non ci sono i soldi per farlo a tutti. Ma davvero serve detassare le tredicesime di tutti? Tajani, smettila di fare slogan per raccattare qualche voto.

Di Giuseppe Cianci

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