ROMA – La Direzione generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura ha revocato 66 milioni di euro di credito d’imposta precedentemente concessi a produzioni cinematografiche. Sostegno o regalie?La decisione arriva al termine di un lungo e scrupoloso lavoro di verifica e controllo, come annunciato in una nota ufficiale della sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni. Il provvedimento reca la firma del direttore generale Nicola Borrelli, figura centrale nella gestione delle politiche pubbliche per il settore audiovisivo.
“Si tratta del risultato di un’attività approfondita e puntuale portata avanti dagli uffici competenti – ha dichiarato Borgonzoni – nel pieno rispetto della legalità e della corretta applicazione delle norme che regolano il credito d’imposta nel settore cinematografico e audiovisivo.”
Il credito d’imposta rappresenta uno degli strumenti principali di sostegno pubblico al comparto audiovisivo italiano, con l’obiettivo di favorire investimenti e occupazione nel settore. Tuttavia, come precisato dalla sottosegretaria, è fondamentale che tali agevolazioni siano concesse nel rispetto delle regole e dei requisiti richiesti dalla normativa vigente.
Verifiche e controlli: linea dura contro gli abusi
Negli ultimi anni, il comparto del cinema ha goduto di un’ampia disponibilità di fondi pubblici tramite il meccanismo del Tax Credit, che consente a produttori e investitori di ottenere importanti sgravi fiscali. Tuttavia, proprio la crescita di tali risorse ha imposto la necessità di rafforzare i controlli, al fine di evitare abusi o irregolarità.
L’intervento del Ministero, secondo fonti vicine alla Direzione generale, punta a garantire l’integrità del sistema e la sua sostenibilità nel lungo periodo, soprattutto in un momento in cui il settore è chiamato a una nuova fase di rilancio e internazionalizzazione.
La firma di Borrelli e il segnale al settore
La firma di Nicola Borrelli, dirigente storico del Ministero, dà ulteriore peso al provvedimento, che assume anche un significato politico e simbolico: il credito d’imposta non è un automatismo, ma un diritto condizionato al rispetto rigoroso delle norme. La decisione di revocare ben 66 milioni di euro è dunque un messaggio chiaro a tutto il settore: i controlli saranno sistematici, e chi non è in regola dovrà restituire i fondi ricevuti.
Impatto e reazioni attese
In attesa di conoscere i nomi delle produzioni interessate – al momento non resi noti – è facile prevedere che il provvedimento avrà un forte impatto sull’ambiente produttivo, con possibili ricorsi e reazioni da parte delle imprese coinvolte. Allo stesso tempo, potrebbe aprire un nuovo fronte di riflessione sulle modalità di erogazione degli incentivi pubblici e sulla necessità di maggiore trasparenza.
Secondo la Borgonzoni, “l’azione di verifica proseguirà nei prossimi mesi”, a conferma di un cambio di passo nell’atteggiamento dello Stato verso l’industria culturale: più sostegno, sì, ma anche più legalità e rigore nella gestione delle risorse.

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