I Savoia

Un mistero da 300 milioni di euro nei caveau della Banca d’Italia

Da quasi ottant’anni, i cosiddetti gioielli della Corona — un tesoro stimato in circa 300 milioni di euro — giacciono, almeno ufficialmente, nei caveau della Banca d’Italia. Appartenevano alla Casa Savoia, simbolo della monarchia italiana prima dell’avvento della Repubblica. Oggi, dopo decenni di silenzio e polemiche, Emanuele Filiberto di Savoia e gli altri eredi tornano a rivendicarli: «Quei gioielli sono nostri», affermano con fermezza.

Ma la domanda che molti si pongono è un’altra: sono davvero ancora lì?


Negli anni, nessuno — né lo Stato né gli eredi — sembra aver potuto o voluto verificare l’effettiva presenza di questo patrimonio. I gioielli sarebbero custoditi in sigilli intatti dal 1946, anno in cui la famiglia reale lasciò l’Italia dopo il referendum istituzionale. Da allora, il mistero si è trasformato quasi in leggenda.

Eppure, in un Paese che spesso dimentica la propria storia materiale, perché non rendere pubblica almeno la loro esistenza?
Perché non mostrare al popolo italiano, che in fondo ne è erede simbolico, ciò che un tempo rappresentava la sovranità del Regno? Un’esposizione museale — protetta, documentata, trasparente — restituirebbe dignità storica e culturale a oggetti che, al di là del loro valore economico, incarnano un pezzo di memoria nazionale.

E poi, un dubbio inevitabile: e se non ci fosse più nulla?


Ottant’anni sono lunghi. Tra guerre, spostamenti, crisi e silenzi istituzionali, nessuno può garantire che i famosi sigilli non siano stati violati o che il tesoro non abbia subito “alleggerimenti”. Possibile che in un Paese ossessionato dai bilanci e dalle trasparenze, un patrimonio simile rimanga avvolto nel segreto?

Forse è giunto il momento di aprire quei caveau. Non per accontentare una famiglia o per saziare la curiosità popolare, ma per fare chiarezza su una parte di storia italiana rimasta troppo a lungo sepolta nel buio.
Perché, dopo tutto, se davvero quei gioielli esistono ancora, non appartengono solo ai Savoia, ma a tutti gli italiani che vogliono conoscere la verità.

Di Giuseppe Cianci

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