Qualche mese fa Giorgia Meloni si è immortalata con Jannik Sinner, commentando: “Questa è l’Italia che piace”. Bello slogan, peccato che il campione altoatesino – con pieno diritto legale, sia chiaro – abbia scelto Monte Carlo come residenza fiscale, non certo Roma o Milano. In Italia, di fatto, non lascia un euro di tasse.

E allora viene spontaneo chiedersi: davvero è questa “l’Italia che piace”? O sarebbe meglio se un Presidente del Consiglio si facesse un selfie con chi, ogni mese, deve lasciare allo Stato il 23% del proprio stipendio o della propria pensione, prima ancora di contare le altre imposte, balzelli e ticket vari? Con chi lavora in fabbrica, con chi a fine mese deve scegliere tra fare la spesa o pagare la bolletta, con chi – pur non potendo scappare a Monte Carlo – sostiene sulle proprie spalle il peso di un fisco che non perdona.

Altro che Paese dei campioni: questa è l’Italia dei balocchi, dove si esalta chi può permettersi di vivere altrove e si dimenticano i milioni che restano, sudano e pagano. Ho tifato Alzaraz agli US Open, alla finale contro Sinner di ieri, e sono felice che ha vinto Alcaraz perchè, a differenza di Sinner, ha la sua residenza fiscale nel suo Paese, la Spagna, dove lascia, con orgoglio, il 42,5 % dei suoi introiti.

Non comprendo poi, come molti italiani che si lamentano di pagare troppe tasse, faticando ad arrivare a fine mese, tifino per questo milionario che li snobba e strizza l’occhio ai suoi simili. Anche allo USTA Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows, a New York, ieri, la maggioranza del pubblico era dalla parte di Alzaraz, vorrà dire qualcosa?

Di Giuseppe Cianci

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