Parole che fanno tremare quelle pronunciate nelle ultime ore da esponenti del governo francese: “Mai così in pericolo dal 1945”. L’allarme è chiaro, diretto, e scuote l’opinione pubblica e gli alleati europei. Tensione alle stelle nel Mediterraneo per la presenza di tre navi militari russe. Secondo fonti dell’Eliseo, la minaccia rappresentata dalla Russia di Vladimir Putin non è più soltanto una questione legata all’Ucraina o all’Est Europa: il rischio è globale. Più vicino di quanto si voglia ammettere.
Navi russe nel cuore del Mediterraneo
A confermare la crescente preoccupazione è la presenza nel Mediterraneo di tre unità militari russe, tra cui una portaerei dotata di missili a lunga gittata, capaci di colpire obiettivi a migliaia di chilometri di distanza. Si tratterebbe, secondo fonti militari occidentali, di una mossa “dimostrativa e strategica”, che mira a proiettare la potenza russa nel cuore del Mare Nostrum, sempre più militarizzato.
Non è la prima volta che la Russia dispiega navi in quest’area, ma la combinazione della presenza navale, dell’attuale scenario geopolitico e del linguaggio bellico usato da Mosca rende la situazione decisamente più tesa del passato. Le esercitazioni con missili ipersonici e il transito di sottomarini nucleari in acque internazionali, ma a pochi chilometri da zone NATO, completano un quadro inquietante.
Il nuovo fronte del confronto Est-Ovest
Dalla guerra in Ucraina alla partita energetica, dalla destabilizzazione del Sahel al riarmo di Kaliningrad, Mosca si muove con una strategia a tenaglia che mira a indebolire l’Unione Europea e ad allargare il conflitto su più teatri. In quest’ottica, il Mediterraneo torna ad essere un teatro centrale della sfida geopolitica tra Est e Ovest, come non lo era dai tempi della Guerra Fredda.
Il fatto che a lanciare l’allarme sia proprio la Francia, potenza nucleare e membro permanente del Consiglio di Sicurezza ONU, non è da sottovalutare. Parigi, da mesi, spinge per una maggiore autonomia strategica europea, ed è sempre più in prima linea nel fornire supporto militare all’Ucraina. Le parole pronunciate, seppur volutamente drammatiche, sembrano voler scuotere i partner europei e prepararli a scenari che fino a pochi anni fa sembravano impensabili.
L’Europa davanti al bivio
La domanda ora è: come risponderà l’Europa? Riuscirà a trovare una linea comune di deterrenza senza alimentare ulteriormente l’escalation? L’Italia, da parte sua, osserva con preoccupazione: la presenza di navi russe così vicine alle proprie coste non può lasciare indifferenti, specie in un momento di tensione crescente anche nel Nord Africa.
Mai come oggi, serve lucidità, unità e soprattutto consapevolezza che la pace in Europa non è più scontata. Se l’allarme lanciato da Parigi ha un obiettivo, è quello di ricordare a tutti che il pericolo non è più remoto né teorico. È reale. Ed è alle porte del Mediterraneo.

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