In un Paese in cui la produzione normativa ha raggiunto livelli labirintici – con oltre 160.000 leggi tuttora vigenti, spesso scritte male, ridondanti o contraddittorie – l’ingresso dell’intelligenza artificiale alla Camera, forse, può davvero essere una via d’uscita dal caos legislativo. Per la prima volta nella storia del Parlamento italiano, la Camera dei Deputati ha deciso di sperimentare tre strumenti basati sull’IA per affiancare i legislatori nel loro lavoro quotidiano.

Non si tratta di fantascienza né di un pericoloso passo verso la “delega tecnologica” della politica. Al contrario, è un tentativo concreto e ben strutturato di utilizzare la cosiddetta intelligenza aumentata per migliorare l’efficienza, la coerenza e la qualità della produzione normativa.

Tre strumenti per rivoluzionare il lavoro parlamentare

Durante una presentazione ufficiale il 9 luglio a Montecitorio, la vicepresidente della Camera Anna Ascani ha illustrato tre prototipi sviluppati grazie a una “call for ideas” aperta a università, centri di ricerca e professionisti del settore:

  1. NORMA (Legislab) – È un assistente virtuale che analizza e sintetizza la produzione legislativa, supportando gli uffici nel redigere dossier informativi. Risponde a domande tecniche con grafici, tabelle e dati estratti direttamente dall’archivio parlamentare.
  2. GenAI4Lex – Forse il più ambizioso dei tre: è un sistema di scrittura assistita pensato per aiutare nella redazione di proposte di legge, emendamenti e atti parlamentari. Oltre a generare bozze, è in grado di rilevare incongruenze, sovrapposizioni e riferimenti normativi errati, contribuendo a semplificare un linguaggio spesso oscuro e bizantino.
  3. DEPUCHAT – Un chatbot pensato per i cittadini, giornalisti e studiosi: interroga l’attività dei deputati in modo diretto, accessibile e basato su dati ufficiali. Voti, interventi, presenze, proposte: tutto a portata di click, con trasparenza garantita.

Non una minaccia, ma un’opportunità

Questi strumenti non scriveranno le leggi da soli, né sostituiranno il ruolo dei parlamentari. “L’ultima parola resta sempre all’umano”, ha sottolineato Ascani. Ma in un’epoca in cui la mole di norme, commi, richiami incrociati e rinvii ha trasformato il diritto in una giungla spesso impenetrabile, dotarsi di strumenti di supporto intelligenti non è solo utile: è necessario.

L’IA non è perfetta. Può sbagliare, “allucinare” risposte, confondere concetti. Ma nel contesto di un lavoro tecnico e complesso come quello legislativo, dove l’errore può diventare legge e danneggiare milioni di cittadini, un supporto che riduca ambiguità e incongruenze è il benvenuto.

Una speranza per il futuro normativo italiano

Chiunque abbia avuto a che fare con una legge scritta male, ambigua o inutilmente complicata, sa quanto il linguaggio normativo italiano abbia bisogno di una rivoluzione. Se l’intelligenza artificiale potrà contribuire a rendere i testi più chiari, coerenti e leggibili, ben venga.

Del resto, la qualità delle leggi è anche una questione di democrazia: norme incomprensibili rendono più debole il cittadino e più forte la burocrazia. In questo, l’IA può diventare un alleato silenzioso ma prezioso.

Forse non risolverà tutti i problemi della politica italiana, ma aiutare a scrivere meglio le leggi è già un buon inizio.

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Di Giuseppe Cianci

E' necessario difendere la libertà di pensiero e di espressione oggi più che mai minacciata dal pensiero unico imposto da un sistema mediatico prevalente