In questi giorni i social e le televisioni ci hanno mostrato immagini e video del Gay Pride di Budapest: cortei colorati, balli sfrenati, abiti succinti e slogan a effetto. Tra questi, quello rilanciato dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein:
“Nessuno può fermare la libertà di amare.”
Un’affermazione che, presa da sola, potrebbe anche raccogliere un consenso trasversale. Chi, infatti, vorrebbe negare a qualcuno il diritto di amare liberamente? Ma il problema, forse, è un altro: che cosa intendiamo oggi per “libertà”?
La libertà non è una carnevalata
Chi ha guardato quelle immagini, senza pregiudizi né odio, ma con un minimo di buon senso, si sarà fatto una domanda legittima:
“Questa è davvero libertà? O è solo esibizionismo mascherato da diritti?”
Perché se la libertà di amare è sacrosanta, allora dovrebbe essere rispettata anche la libertà di non condividere certe modalità con cui essa viene espressa pubblicamente.
Sfilate con gesti e atteggiamenti esplicitamente sessualizzati, uomini e donne seminudi in pose provocatorie, scene che un tempo sarebbero state considerate “atti osceni in luogo pubblico” oggi sembrano godere non solo della totale impunità, ma addirittura di un’aura celebrativa.
Non è omofobia chiedere decoro
Chi esprime perplessità su questi eventi viene subito bollato come omofobo. È una scorciatoia intellettuale che serve a zittire chi dissente, anche se il dissenso nasce da valori che nulla hanno a che vedere con l’odio.
Essere contrari all’ostentazione volgare e alla spettacolarizzazione del corpo non significa negare i diritti delle persone omosessuali. Significa chiedere che il rispetto sia reciproco: rispetto per le minoranze, certo, ma anche rispetto per chi guarda, per le famiglie, per i bambini presenti, per la dignità degli spazi pubblici.
Non sporcate la parola “libertà”
Libertà non significa assenza di limiti. Non significa “faccio quello che voglio dove voglio come voglio”.
Quando si trasforma un tema serio come l’uguaglianza dei diritti in una kermesse fatta di eccessi e provocazioni, si fa un danno alla causa stessa. Si offende chi da anni combatte seriamente per il riconoscimento giuridico e sociale di un amore vissuto con pudore, normalità e coerenza.
La libertà vera è sobria, non ha bisogno di palcoscenici o travestimenti.
Per questo, a chi grida dagli slogan dei cortei o dai salotti televisivi che “nessuno può fermare l’amore”, vorrei rispondere con altrettanta chiarezza:
“Non sporcate la parola libertà. Le vostre sono soltanto volgari porcate.”
Una domanda aperta sul Gay Pride di Budapest
In un’Italia che ha visto il reato di atti osceni in luogo pubblico svuotato quasi del tutto di valore, c’è ancora spazio per parlare di limiti, di decoro, di buon gusto?
O forse davvero ci siamo spinti troppo in là, scambiando la libertà per licenza e il rispetto per repressione?
Non è proibito farsi questa domanda. Anzi, è necessario. Prima che la parola libertà perda per sempre il suo significato più profondo.

Lenovo ThinkPad T14 Gen 2 14″ FHD Business Laptop (Intel i5-1135G7, 16GB RAM, SSD PCIe 512GB, grafica GeForce MX450) Durata della batteria 10 ore, webcam, Thunderbolt 4, Wi-Fi 6E, garanzia di 3 anni. Ottimo rapporto qualità prezzo. Scopri il prezzo adesso, clicca qui – Consegna veloce e gratuita