Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo ed ex presidente della Russia, ha recentemente rilasciato dichiarazioni che intensificano le minacce nei confronti dell’Ucraina, delineando una posizione russa sempre più intransigente.

Obiettivo: vittoria totale e distruzione dell’Ucraina

Durante i più recenti colloqui di pace a Istanbul, Medvedev ha affermato che la Russia non è interessata a compromessi, ma mira a una “vittoria totale” e alla “distruzione dell’Ucraina”. Ha definito il governo ucraino come un “regime neo-nazista” e ha sottolineato che le trattative servono solo a imporre le condizioni russe, che includono la cessione di ulteriori territori da parte dell’Ucraina, l’adozione di uno status neutrale, la limitazione delle capacità militari e l’indizione di nuove elezioni.

Minacce esplicite all’esistenza dell’Ucraina

Medvedev ha dichiarato che “l’Ucraina potrebbe scomparire come Stato”, sostenendo che Kiev subirà una “vergognosa sconfitta” e che lo Stato ucraino, creato artificialmente sulle rovine dell’Unione Sovietica, è destinato a sparire dalla mappa politica mondiale.

L’Ucraina come parte integrante della Russia

In un intervento a Sochi, Medvedev ha affermato che “l’Ucraina è ovviamente Russia”, mostrando una mappa in cui il territorio ucraino è quasi completamente assorbito dalla Russia, con alcune regioni assegnate a Polonia, Romania e Ungheria. Ha dichiarato che “i territori su entrambe le sponde del Dnipro sono parte integrante dei confini strategici e storici della Russia”.

Reazioni internazionali

Le dichiarazioni di Medvedev hanno suscitato forti reazioni a livello internazionale. Senatori statunitensi, tra cui Lindsey Graham e Richard Blumenthal, hanno condannato le sue affermazioni, proponendo severe sanzioni e tariffe contro le nazioni che commerciano in prodotti energetici russi.

Queste dichiarazioni evidenziano un’escalation nella retorica russa e rappresentano una minaccia diretta all’esistenza dell’Ucraina come Stato sovrano.

Di Giuseppe Cianci

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