C’è un’Italia silenziosa, concreta, che lavora, paga le tasse, rispetta la legge, cresce figli con sacrificio e cerca solo di vivere in pace. È l’Italia della maggioranza: quella che non chiede privilegi, non fa rumore, non si sente una vittima, non vive di slogan. Ma è proprio quest’Italia che la sinistra sembra aver dimenticato — o peggio, disprezzare. La sinistra odia gli italiani normali.
Sì, perché nella narrazione dominante progressista, l’italiano medio è diventato il nemico perfetto: troppo normale, troppo bianco, troppo eterosessuale, troppo attaccato a cose “superate” come la patria, la famiglia, la polizia, la macchina, il lavoro, il crocifisso. Se non fai parte di una minoranza da coccolare o di un’emergenza sociale da cavalcare, sei invisibile. Anzi, sei sospetto.
Guai a dire che vuoi più Forze dell’Ordine e meno impunità. Sei automaticamente reazionario, magari fascista. Se non vuoi che si tengano corsi di educazione gender ai bambini di 5 anni, sei retrogrado. Se ti lamenti del degrado urbano o dei borseggi in metro, sei razzista. Se ti sta a cuore la cultura italiana e il diritto di dire “prima gli italiani” — senza voler togliere nulla a nessuno — sei uno che “se la prende coi deboli”.
Nel frattempo, il rispetto per la cittadinanza italiana viene svenduto: basta risiedere 5 anni e già si parla di “diritto” all’italianità, come se fosse un abbonamento Netflix. Nessuna riflessione sul significato profondo di essere italiano, sull’adesione ai valori, sulla volontà di integrarsi davvero. No: basta parlare la lingua, lavorare, e magari lamentarsi perché a scuola c’è la carne di maiale. Così si conquista il passaporto, ma magari anche il voto.
È un meccanismo studiato: coccolare le “vittime preferite” serve a mantenere un serbatoio elettorale. I veri esclusi sono gli italiani normali, che poi sarebbero oltre il 95% della popolazione. Quelli che non fanno notizia, non occupano case, non spaccano vetrine, non vivono di sussidi. Quelli che tengono in piedi questo Paese. Ma che la sinistra guarda dall’alto in basso, come se fossero cavernicoli ignoranti.
La verità è che la sinistra ha smarrito il popolo. E quando il popolo se ne accorge, vota a destra, la colpa — ovviamente — è del popolo.