In Italia il dibattito politico sembra sempre orbitare attorno a temi collaterali: diritti sacrosanti per alcune minoranze, battaglie identitarie, discussioni su migranti e ideologie arcobaleno. Tutto legittimo, certo. Ma intanto resta nell’ombra la questione più urgente, quella che tocca milioni di cittadini: la difficoltà quotidiana di arrivare a fine mese.
Affitti insostenibili, bollette che continuano a mordere, carrello della spesa sempre più caro. È questa la realtà con cui si confrontano famiglie, giovani coppie, lavoratori precari e pensionati. Eppure, di fronte a un’Italia che stringe la cinghia, la politica – di destra, di sinistra e anche il Movimento 5 Stelle – sembra guardare altrove.
La verità è che manca un’agenda sociale coraggiosa. I sindacati alzano la voce solo a intermittenza, i partiti preferiscono parlare d’altro per raccogliere consensi facili. Ma il risultato è devastante: chi vive con stipendi da 1.200 o 1.400 euro al mese non ha alcuna prospettiva, se non quella di rinunciare. Rinunciare a una casa più grande, a un mutuo, perfino al sogno di mettere al mondo un figlio.
Non è un caso, allora, se il calo delle nascite in Italia continua ad allarmare. Si parla di culle vuote, di un Paese che invecchia, di giovani che non fanno figli. Ma nessuno sembra collegare i dati demografici alla realtà economica: perché mai una coppia dovrebbe assumersi la responsabilità di crescere un bambino senza la sicurezza di arrivare a fine mese?
Chi sta bene si diverte, chi non ce la fa è costretto a rinunciare. Questo è il divario che cresce in un’Italia sempre più spaccata tra garantiti e fragili, tra chi accumula e chi sopravvive.
Il vero atto politico rivoluzionario oggi sarebbe rimettere al centro proprio loro: le famiglie, i lavoratori, le coppie giovani che vorrebbero crearsi un futuro e non ci riescono. Alleggerire i salari medio-bassi, ridurre il peso delle bollette, contenere il costo degli affitti. Questa dovrebbe essere la priorità.
Perché senza sicurezza economica non ci sarà ripresa, non ci sarà natalità, non ci sarà fiducia. E senza fiducia, un Paese intero rischia di non avere più futuro.
E allora diciamolo chiaro: in Italia oggi è più facile avere un dibattito acceso sui diritti dei clandestini, sull’uso del neutro o sull’ennesima bandiera arcobaleno in piazza, piuttosto che parlare del fatto che milioni di famiglie non sanno come pagare la bolletta del gas. Si preferisce inseguire slogan che fanno rumore, invece di affrontare la sostanza.
La verità è che questo Paese è diventato un luogo dove la politica si commuove per le battaglie simboliche e si dimentica delle battaglie reali. Dove ci si scandalizza per un convegno, ma non per il fatto che una giovane coppia, con due stipendi, non riesce a mettere al mondo un figlio per paura di non farcela economicamente.
Se la politica non rimetterà al centro chi vive con stipendi da fame, il destino è scritto: un’Italia sempre più vuota, vecchia e rassegnata. Ma tranquilli, avremo pur sempre un arcobaleno da sventolare.