La sicurezza urbana è ormai un’emergenza quotidiana in molte città italiane. I furti nei negozi, i borseggi nei mezzi pubblici, i raid nei centri storici sono all’ordine del giorno, ma troppo spesso chi ruba viene fermato e poi immediatamente rilasciato, in assenza di una denuncia formale. Una situazione che sta esasperando cittadini e commercianti.

Il nodo centrale è una norma contenuta nella riforma Cartabia, in vigore dal 2022, che ha modificato il codice penale impedendo alle Forze dell’Ordine di procedere d’ufficio per molti reati contro il patrimonio, come furti e borseggi, se non c’è una denuncia della vittima. Il risultato? Ladri colti in flagrante spesso vengono lasciati andare perché manca la “carta” per avviare l’azione penale.

A sollevare il problema sono ora Lega e Movimento 5 Stelle, che chiedono a gran voce una modifica della norma per restituire alle Forze dell’Ordine strumenti efficaci e tempi rapidi d’intervento. “Serve una deroga alla procedibilità a querela per i furti in flagranza — dicono dalla Lega — perché i cittadini sono stanchi di vedere gli agenti legati da un cavillo mentre i borseggiatori la fanno franca”.

Anche il M5S, solitamente più garantista, si è accodato a questa richiesta, segnale che la misura è davvero colma: troppi episodi, troppi recidivi, troppa impunità.

Il dibattito è aperto: da un lato c’è chi difende lo spirito della riforma, pensata per alleggerire il sistema giudiziario; dall’altro c’è la dura realtà delle strade, che chiede più giustizia, più sicurezza, più rispetto per chi lavora onestamente. La domanda è semplice: può davvero uno Stato voltarsi dall’altra parte mentre i cittadini vengono derubati?

Di Giuseppe Cianci

E' necessario difendere la libertà di pensiero e di espressione oggi più che mai minacciata dal pensiero unico imposto da un sistema mediatico prevalente