Cosa vedere nella città di Enna
Enna è un comune siciliano, capoluogo di provincia, il più alto d’Italia per via dell’altitudine del centro abitato che, nella sua parte più elevata, raggiunge i 970 metri s.l.m.. Questa altitudine attribuisce alla città di Enna la denominazione di “Belvedere di Sicilia” per le straordinarie vedute panoramiche che offre.
Dopo un passato glorioso che l’ha vista, per oltre tre millenni, roccaforte privilegiata per sicani, greci, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e aragonesi, Enna vive oggi un periodo di rinnovato sviluppo e accresciuto prestigio sul piano nazionale ed internazionale, grazie principalmente alla sua moderna Università, la Enna Kore, al suo Autodromo di Pergusa in cui si disputarono numerosi gran premi della Formula 3000 e della Formula 2 (Gran Premio di Enna), ed al suo polo industriale nel quale è prevista in futuro la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica attraverso lo sfruttamento delle biomasse. Grazie alla sua lunga storia Enna può vantare un patrimonio monumentale tra i più ampi e vari della Sicilia.
Enna è una città appartata e solitaria, ma nobilmente dignitosa, custode fedele delle culture che l’hanno attraversata, i cui segni sono ancora ben visibili nel suo Castello, nelle sue torri, nei suoi quartieri più antichi e nel centro storico ricco di grandi chiese, pregevoli palazzi ed eccezionali belvederi. Da visitare nella città di Enna il Duomo, notevole esempio di architettura ecclesiastica medievale presente in Sicilia, ma anche il Museo Alessi e il Castello di Lombardia in cui si svolgono ottime stagioni liriche. In piazza Neglia sorge la Chiesa di San Tommaso.

Feste e sagre da visitare nella città di Enna
Interessante ad Enna è la Settimana Santa: la Processione di Gesù e gli Apostoli e il suo ingresso a Gerusalemme apre, nella Domenica delle Palme, i riti pasquali. Ma è il venerdì il punto più alto delle celebrazioni con il solenne Corteo delle Vare del Cristo Morto e dell’Addolorata, precedute dalle Confraternite che portano su vassoi i 25 simboli del martirio. Concludono il ricco programma di riti la processione pasquale con l’incontro della Madonna e il Cristo risorto, il loro rientro nelle rispettive chiese la domenica successiva, con la solenne benedizione dei campi.
La nascita della città di Enna si perde nella notte dei tempi, i primi resti sono quelli riconducibili ad un abitato dell’età del rame posto nell’area di Via Borremans. Enna inizia ad uscire dalla nebbia della preistoria con i primi contatti tra gli indigeni siculi ed i greci, siamo intorno al VII secolo a.C.. La città, importante per la sua posizione centrale, pare abbia fatto da attrazione per i centri che all’epoca sorgevano nei suoi dintorni sino a decretarne la scomparsa e l’organizzazione di una polis sull’altipiano. Da allora il binomio Henna-Demetra diverrà inscindibile e la città acquisirà grande fama per il santuario posto sulla cima della sua acropoli.
Siracusa la conquisterà e vi insedierà un tiranno: Aimneston. Conquistata dai romani con la prima guerra punica, Enna vide i suoi cittadini massacrati nel teatro. La città venne dichiarata Civitas decumana, costretta cioè a pagare la decima sulla produzione del grano ma libera di governarsi con i suoi magistrati. Nel II secolo a.C. a Enna scoppiò la prima guerra servile con gli schiavi guidati da Euno, un colto schiavo siriano che riuscì a tenere testa ai romani a lungo.
Durante la fine del I secolo la città assiste al saccheggio del pretore Verre prima e all’arrivo di Cicerone che descriverà questi luoghi con grande attenzione nelle sue “Verrine“. Il cristianesimo arriverà ad Enna con San Pancrazio che evangelizzerà i poveri Fulloni della parte bassa della città sostituendo a Demetra il culto della Madonna di Valverde.
Enna, conosciuta come Castrum Hennae, conoscerà il suo periodo di gloria solo dopo la caduta dell’impero romano quando, diventata bizantina, resterà sotto il dominio arabo fino all’859. Con gli arabi la città assumerà una veste completamente nuova con un tessuto urbano rinnovato e con una popolazione mista e intenta a importanti produzioni agricole e commerciali. Sarà capoluogo di una “Taifa” fino all’arrivo dei normanni. Caduto l’ultimo emiro, Ibn Hamud, la città accoglierà una guarnigione normanna ma manterrà una popolazione mista in cui gli arabi e i greci ne rappresenteranno la maggioranza insieme ai tanti giudei. Quando la dinastia normanna finirà, Enna tenterà di affrancarsi riconoscendo come re Guglielmo Monaco, un ennese, anziché Enrico VI, affrontando così il duro assedio dell’imperatore tedesco.

Memore di questa vicenda, Federico II farà ricostruire interamente il grande Castello regio e sicuramente anche la Torre di Federico II.
La Torre di Federico II
La bellissima chiesa Madre di Enna verrà costruita con Federico III d’Aragona, quando la città sarà sede della corte reale. Anche molti palazzi nobiliari gotico catalani vedranno la luce in questo periodo.
Il Duomo di Enna
Da allora ai giorni nostri Enna sarà sempre città demaniale e libera, rappresentata in parlamento e patria di grandi uomini. Dimenticata dai Borboni, si riscatterà nel 1926 con l’elevazione a capoluogo e il ritorno all’antico nome di Enna.