Favara, Canicattì, Porto Empedocle e San Cataldo – 10 luglio 2025 – In una vasta operazione condotta dai Carabinieri su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, sono stati eseguiti 13 fermi di presunti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga e alle intimidazioni con modalità mafiose.
🔍 L’indagine
L’operazione rappresenta un seguito delle inchieste scattate a dicembre 2024 e gennaio 2025, che portarono all’arresto di 48 persone – tra cui vertici delle cosche di Porto Empedocle e Villaseta – e ha permesso di confermare che Cosa Nostra nell’Agrigentino mantiene forti disponibilità finanziarie, armi e legami tra detenuti e affiliati liberi.
🚨 Reati contestati
- Associazione a delinquere finalizzata al traffico di cocaina e hashish, aggravata dal metodo mafioso.
- Atti intimidatori e di violenza, tra cui spari contro imprese, incendio di auto e danneggiamenti con armi da guerra (AK‑47).
- Estorsioni per imporre “autorizzazioni” a spacciatori e obbligare imprenditori a pagare il pizzo.
📌 Alcuni episodi emersi
- Spari contro la saracinesca di un panificio a Porto Empedocle e contro una rivendita di frutta e verdura ad Agrigento.
- Auto incendiate per intimidire spacciatori o imprenditori; una di queste azioni mirava a costringere a pagare il pizzo.
- Utilizzo continuativo di telefoni anche in carcere, per mantenere comandi e contatti con l’organizzazione
🛡️ La risposta delle forze dell’ordine
Oltre ai fermi, sono state eseguite perquisizioni domiciliari e personali, sia nei territori interessati che a San Cataldo (CL). I fermati sono stati trasferiti in diverse carceri: Agrigento, Palermo, Sciacca e Caltanissetta.
💡 Lo scenario
Gli inquirenti avvertono che, nonostante i recenti colpi alla mafia agrigentina, le dinamiche criminali rimangono attive e pericolose, anche attraverso una spiccata capacità di reazione e riorganizzazione .
In sintesi: l’operazione di ieri mostra come Cosa Nostra a Favara, Porto Empedocle, Canicattì e dintorni continui a perpetrare traffici di droga, estorsioni e violenze, nonostante i presidi giudiziari. I 13 fermi non fanno che confermare l’allerta costante nel contrasto alle mafie nel territorio agrigentino.

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