GaggiGaggi (Messina)

Gaggi è un comune della provincia di Messina, con poco più di 1.200 abitanti, situato nel territorio del Parco dei Nebrodi, di cui ne rappresenta la porta d’ingresso. Oggi è diventato un fiorente centro dell’edilizia residenziale con il suo Antico Borgo di “Cavallaro” che attira visitatori amanti della storia.

Da visitare la Chiesa SS. Maria Annunziata del XVII secolo, la cui facciata è incastonata tra le scene di pietra lavica e marmo rosa di Taormina, il Palazzo del marchese di Schisò e l’antico Palazzo Baronale del XVI secolo. San Sebastiano è il patrono di Gaggi che viene solennemente festeggiato la seconda domenica di agosto, con grande partecipazione popolare.

Anticamente la cittadina si chiamava Kaggi, il nome che le avevano assegnato gli arabi, ed è stata una piccola borgata di Taormina fino al 1820 quando Kaggi si staccò per raggiungere la sua autonomia giuridica, contava allora 390 abitanti circa.

Gaggi è una tranquilla località della Valle dell’Alcantara, a pochi chilometri da Giardini Naxos e dalla meravigliosa Taormina. Il paese si sviluppa in un ambiente rurale ricco di agrumeti, uliveti e paesaggi collinari che accompagnano il corso del fiume Alcantara, elemento naturale che da sempre ne caratterizza la vita e l’identità.

Gaggi

Il centro storico è semplice ma curato, con vie strette, case in pietra e piccole piazzette dove ancora si respira l’atmosfera autentica della Sicilia più vera. Nei dintorni si trovano antichi casali rurali e mulini, testimonianza della vocazione agricola della zona.

Gaggi è anche un punto di partenza strategico per visitare le Gole dell’Alcantara, uno dei siti naturalistici più celebri dell’isola, e per raggiungere mete balneari e culturali del comprensorio ionico. Nonostante le dimensioni ridotte, il paese ospita varie manifestazioni legate al folklore e ai prodotti tipici, come agrumi, mandorle e olio.

Gaggi

È una destinazione ideale per chi cerca quiete, autenticità e la possibilità di esplorare facilmente le meraviglie naturali e culturali della Sicilia orientale.

Di Giuseppe Cianci

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