Con l’arrivo delle prime vere ondate di calore dell’estate 2025, la Sicilia si trova ancora una volta a dover fare i conti con temperature estreme, che superano i 40 gradi in molte aree interne e costiere. In risposta a questa emergenza climatica, la Regione Siciliana ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le attività lavorative considerate a rischio, in particolare nei settori dell’edilizia, dell’agricoltura e nei cantieri stradali, dove l’esposizione al sole può diventare fatale.

La decisione, annunciata dal governo regionale e condivisa con le autorità sanitarie e sindacali, mira a tutelare la salute dei lavoratori, già messa a dura prova da condizioni climatiche sempre più estreme. I divieti temporanei, validi nelle ore più calde della giornata (dalle 12:00 alle 17:00), entreranno in vigore a partire da questa settimana nei Comuni in cui il bollettino della Protezione Civile segnala allerta rossa per il caldo.

Secondo l’INAIL, ogni estate si verificano centinaia di casi di malori legati all’esposizione al caldo: colpi di calore, disidratazione, svenimenti e, in alcuni casi, eventi letali. Il rischio è altissimo soprattutto per braccianti agricoli, operai e addetti alla manutenzione stradale, spesso costretti a lavorare in condizioni proibitive senza adeguati sistemi di protezione o pause refrigeranti.

Le associazioni di categoria hanno accolto con favore il provvedimento, pur chiedendo ristori economici per le imprese colpite da fermi forzati. I sindacati, invece, sottolineano l’urgenza di definire un protocollo nazionale per affrontare le emergenze climatiche in ambito lavorativo.

Il cambiamento climatico non è più una previsione, ma una realtà quotidiana. E la Sicilia, come molte regioni del Sud Italia, è già oggi una delle zone europee più vulnerabili a questi fenomeni estremi. La sospensione delle attività nei giorni più caldi non è solo una misura precauzionale, ma un segnale forte: la salute non può essere sacrificata sull’altare della produttività.

Sopravvivere all’estate bollente richiede responsabilità collettiva, programmazione e un serio investimento nella prevenzione. Intanto, per i lavoratori esposti, il diritto al riposo nelle ore più roventi è un piccolo ma vitale passo verso una maggiore dignità e sicurezza.

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Di Giuseppe Cianci

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