Il belvedere di CenturipeIl belvedere di Centuripe con vista sull'Etna

Questo itinerario è pensato per chi ama il “turismo lento”. non ci sono corse da fare, ma panorami da ammirare. ti muoverai in una zona della Sicilia interna dove la terra cambia colore nel giro di pochi chilometri, passando dalle argille bianche “bibliche” alle gole di pietra lavica nera.

Giorno 1: il deserto cinematografico e la stella di pietra

La prima giornata è dedicata alla scoperta del territorio di Centuripe, sia nella sua veste naturale che in quella storica.

Mattina: immersione nei Calanchi del Cannizzola Arriva in mattinata nella zona di contrada Cannizzola. la luce del mattino è ideale per fotografare le dune di argilla senza che il sole appiattisca troppo le ombre.

  • Tappa 1: parcheggia l’auto e concediti una passeggiata tra i calanchi. perditi (con prudenza) tra i sentieri naturali per ammirare da vicino le forme erose dall’acqua.
  • Tappa 2: raggiungi la Big Bench n. 202. dopo la camminata, è il momento perfetto per riposarsi sulla panchina gigante e godersi la vista sull’Etna che domina il “deserto”.

Pranzo: sapori rustici Spostati verso il centro di Centuripe o in uno degli agriturismi nelle contrade vicine.

  • Cosa ordinare: cerca antipasti a base di formaggi locali (pecorino ennese), olive cunzate e salumi di suino nero. come primo, ottima la pasta fresca con sugo di maiale o verdure selvatiche.

Pomeriggio: il borgo imperiale Centuripe ha origini antichissime ed è stata una città romana importantissima (cicerone la definì una delle città più grandi e ricche della Sicilia).

  • Visita al museo archeologico regionale: situato vicino al municipio, custodisce la più grande collezione di teste e busti romani della Sicilia interna e le famose ceramiche policrome ellenistiche.
  • Il castello di Corradino: in realtà è un mausoleo funebre di epoca imperiale romana. si trova su un’altura da cui si gode una vista a 360 gradi. è il punto perfetto per il tramonto: da qui vedrai il sole scendere dietro le colline ennesi e l’Etna colorarsi di rosa.

Sera: Cena in una pizzeria del centro storico o in una trattoria. goditi la passeggiata nella piazza principale, il “salotto” del paese, dove la vita scorre tranquilla.

Giorno 2: l’acqua e la lava

Il secondo giorno ci spostiamo di pochi chilometri per vedere come l’acqua ha modellato non solo l’argilla, ma anche la dura pietra lavica.

Mattina: il ponte dei Saraceni Scendendo da Centuripe verso il fiume Simeto (in direzione Adrano), raggiungi il ponte dei Saraceni.

  • È uno dei ponti medievali più belli della Sicilia, con la sua caratteristica forma a schiena d’asino e l’alternanza di colori (pietra bianca e nera).
  • Sotto il ponte scorre il fiume Simeto che ha scavato la roccia lavica creando delle piccole gole levigate. è un luogo magico, silenzioso e perfetto per scattare foto d’autore.

Pranzo: tra pistacchio e tradizione Sei al confine con la zona di Bronte e Adrano.

  • Cosa ordinare: cerca piatti che includano il pistacchio (pasta al pesto di pistacchio) o grigliate di carne mista, tipiche della domenica siciliana in questa zona.

Pomeriggio: le forre laviche del Simeto Prima di rientrare, dedica un’ora alla visita delle forre laviche presso l’area protetta del Simeto (zona ponte dei Saraceni o poco più a valle).

  • Qui il fiume si insinua in stretti canyon di basalto formati da antiche colate dell’Etna. il contrasto tra l’acqua blu, la roccia nera e l’oleandro in fiore (in primavera/estate) chiude perfettamente il cerchio cromatico del tuo viaggio, iniziato col bianco dei calanchi.

Dove dormire e cosa comprare

  • Dove dormire: per restare in tema “natura”, ti consiglio uno dei tanti agriturismi nelle campagne tra Centuripe e Paternò. se preferisci la comodità, scegli un B&B nel centro storico di Centuripe per uscire a piedi la sera.
  • Cosa portare a casa: non ripartire senza aver comprato la “bersagliera”, un biscotto morbido tipico di Centuripe ricoperto di cioccolato o glassa al limone, oppure l’olio extravergine d’oliva delle colline ennesi, rinomato per la sua bassa acidità.

Di Giuseppe Cianci

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