Arrivare a Caltagirone nel periodo natalizio è come varcare la soglia di un presepe a cielo aperto. Ricordo ancora l’aria pungente di dicembre che tagliava le guance mentre salivo verso il centro storico: una città vestita di luci, di colori e di quella calma operosa che solo i luoghi antichi sanno conservare a Natale.
La mia prima tappa fu il Presepe Vivente. Non era un semplice spettacolo: sembrava piuttosto di entrare dentro un racconto. Tra vicoli stretti e case di pietra, il vociare degli artigiani, il profumo del pane caldo, le lanterne tremolanti e i costumi perfetti creavano un’atmosfera sospesa, quasi sacra. Camminando in mezzo ai figuranti, avevo la sensazione di essere stato catapultato in un altro tempo, un tempo in cui la vita era semplice ma intensamente vera.

Dopo quell’esperienza, acquistai una card che permetteva di visitare diversi presepi sparsi per la città. È stato uno dei gesti più felici del mio viaggio: ogni presepe era un mondo a sé, un piccolo scrigno di creatività. Entravo in chiese, cortili nascosti, antichi palazzi… e ovunque trovavo un’interpretazione diversa della Natività. Alcuni erano grandi e scenografici, altri minuscoli e curati al millimetro; c’erano presepi meccanici, presepi ispirati alle campagne siciliane, presepi moderni dalle linee essenziali, presepi in terracotta che profumavano di mani e di bottega.

La città, intanto, mi accompagnava con i suoi addobbi. Le luci cadevano come fili d’oro tra i balconi barocchi, i vicoli brillavano di stelle luminose e, ovunque mi girassi, c’era un dettaglio che ricordava il Natale: una ghirlanda appesa a un portone, un piccolo presepe in una nicchia, una scala illuminata come una cascata. Camminare così, nel cuore di Caltagirone, significava sentire il Natale mentre respirava, mentre si intrecciava alla vita quotidiana.

E poi c’era la ceramica, inevitabile compagna di ogni passo. A Caltagirone la ceramica non è solo decorazione: è anima, identità, storia viva. Durante il periodo natalizio, questo legame diventa ancora più evidente. Nei negozi e nelle botteghe vedevo presepi interamente modellati in ceramica, figure dai colori accesi, dettagli minuziosi che sembravano quasi muoversi nella luce calda delle vetrine. Ogni artigiano aveva il suo stile, la sua mano riconoscibile: c’era chi preferiva forme più antiche, chi osava linee moderne, chi lavorava smalti lucidi che riflettevano le luci natalizie come piccoli specchi.

Ricordo in particolare un presepe esposto vicino alla celebre Scalinata: le statue erano eleganti, quasi solenni, e la Natività sembrava abbracciata dall’intera scalinata, come se anche le maioliche volessero partecipare alla festa. Mi fermai a lungo davanti a quella scena. Non era solo bellezza: era un ponte tra tradizione e creatività, tra fede e arte, tra passato e presente.
Alla fine della giornata mi ritrovai a camminare lentamente, lasciandomi avvolgere da quella sensazione dolce e luminosa che solo le città che vivono il Natale con autenticità riescono a dare. Caltagirone, con i suoi presepi, le sue luci, la sua ceramica, non offre semplicemente uno spettacolo: ti fa sentire parte di un racconto che si rinnova ogni anno.
E mentre me ne andavo, con la card ormai piena di timbri e il cuore pieno di immagini, pensai che il Natale – quello vero – non è mai solo un giorno sul calendario. È un viaggio. E a Caltagirone, questo viaggio diventa indimenticabile.
