Valencia avrebbe dovuto essere la mia ultima tappa in terra spagnola prima del rientro verso la Francia e poi verso casa. In realtà, gli imprevisti – quelli belli – hanno finito per regalarmi una delle giornate più piacevoli dell’intero viaggio.

L’arrivo con due giorni di anticipo e l’incontro che mi ha salvato la visita
Arrivo a Valencia nel tardo pomeriggio, due giorni prima della data prevista per la visita alla Ciudad de las Artes y las Ciencias.
Un problema, perché non avrei potuto rimanere tre giorni in città.
Mi avvicino all’ingresso dell’Oceanogràfic per chiedere se ci fosse modo di anticipare… e la fortuna si è mostrata nel modo più semplice: un ragazzo italiano all’ingresso.
Gli spiego la situazione, lui parla via radio con la biglietteria, mi indirizza alla collega e in pochi minuti tutto è risolto. Prenotazione spostata al giorno successivo. Perfetto.

Una mattina tra futurismo e meraviglie marine
L’indomani, dopo una ricca colazione in hotel, entro finalmente nell’Oceanogràfic.
La struttura è immensa: tunnel trasparenti, vasche gigantesche, specie marine da ogni parte del mondo, e poi il momento più emozionante, lo spettacolo dei delfini.
In tre-quattro ore si riesce a vedere tutto, ma l’esperienza è talmente intensa da sembrare un viaggio nel viaggio.
Subito dopo continuo con il Museo della Scienza, altro simbolo futuristico della città.

Paella nel cuore di Valencia e un pomeriggio a scoprire la città
All’ora di pranzo prendo un bus che mi porta in centro.
Qui mi concedo una paella valenciana degna di questo nome, saporita, profumata, autentica.
Poi passeggio tra le vie della città, luminosa, moderna, elegante: Valencia sorprende sempre, in ogni quartiere.

Una decisione improvvisa: direzione Madrid
Grazie al giorno guadagnato e con il meteo ancora splendido, prendo una decisione che cambierà la fine del viaggio: “Domani vado a Madrid”.
Dopo due tentativi falliti per la pioggia, era il momento giusto.

