Lasciato alle spalle il silenzio austero di El Escorial, ho rimesso in moto la mia fedele compagna di viaggio e ho proseguito verso la tappa successiva del mio itinerario: Segovia.
Non sapevo davvero cosa aspettarmi. E invece, già dal primo sguardo, ho capito che questa città sarebbe stata una sorpresa… una di quelle che ti restano dentro.

L’arrivo – Segovia ti accoglie con una meraviglia antica
Appena parcheggiata l’auto e fatti pochi passi, ho capito perché Segovia è così amata: davanti ai miei occhi si è presentato l’Acquedotto Romano, un colosso di pietra che sembra scolpito dal tempo stesso.
Imponente, perfetto, quasi surreale per quanto è ben conservato. Le sue arcate sembrano onde di pietra che avanzano verso il cielo. Un monumento capace di zittire anche chi non si emoziona facilmente.

Ma Segovia non conquista con un solo colpo: è un crescendo.
La Cattedrale – L’eleganza nella pietra dorata
La Cattedrale di Segovia, che domina la Plaza Mayor come una regina, mi ha lasciato senza fiato.
L’esterno è un capolavoro di linee gotiche che si slanciano verso l’alto, illuminate da quella tipica pietra calda e dorata che sembra catturare ogni raggio di sole.

All’interno, la luce si muove morbida tra le colonne, creando un’atmosfera che è insieme maestosa e intima.
Ogni cappella, ogni volta, ogni dettaglio racconta un pezzo d’arte e di fede che si fondono con una naturalezza incredibile.
Era solo la seconda tappa del giorno e già sentivo che Segovia aveva molto più da offrire di quanto avessi immaginato.

Il centro storico – Vicoli, salite e meraviglie dietro ogni angolo
Segovia è una città che va vissuta a piedi.
E così ho fatto: chilometri e chilometri, senza quasi accorgermene.

Tra vicoli medievali, piazze che si aprono all’improvviso e scorci che sembrano cartoline vive, la città ti prende per mano e ti accompagna con delicatezza.
Ogni passo regala un dettaglio nuovo: un portale antico, una chiesa nascosta, un balcone fiorito, una vista sulle colline che si estendono tutto intorno.
E più camminavo, più mi rendevo conto che Segovia ha un equilibrio raro: non è troppo grande, non è troppo affollata, non è caotica. È semplicemente… perfetta.

Il Castello da fiaba – L’Alcázar
Poi c’è l’Alcázar, il castello che sembra uscito da una storia illustrata.
Le sue torri appuntite emergono dal promontorio come una fortificazione fantastica. Da alcune angolazioni ricorda persino i castelli delle fiabe, con quella miscela di eleganza e imponenza che ti fa restare immobile a guardarlo.
All’interno, sale decorate, armature, arredi, soffitti intagliati.
E poi il punto forte: la vista panoramica sulla valle, un interminabile tappeto di colline e campi che sembrano non finire mai.
Una di quelle vedute che giustifica ogni passo fatto per raggiungerlo.

La città dall’alto – Il regalo finale
Una delle cose che mi è piaciuta di più di Segovia è la quantità di punti panoramici.
Basta uscire appena dal centro per ritrovarsi davanti a scorci spettacolari sulla città: la Cattedrale che svetta, l’Alcázar che domina la roccia, l’Acquedotto che corre elegante verso la città moderna.
È una città che sa mostrarsi con orgoglio, ma senza mai sembrare artificiale o costruita per stupire: Segovia è autentica, viva, intensa.

Segovia – Più di quello che immaginavo
A fine giornata ero stanchissimo. Le gambe ricordavano bene ogni salita e ogni pietra consumata che avevo attraversato.
Ma avevo addosso quella stanchezza buona, quella che ti fa capire che ne è valsa la pena.
Segovia mi ha dato molto più di quanto mi aspettassi: arte, storia, panorami, atmosfera.
È una di quelle città che non devono convincerti con parole o brochure: ti catturano semplicemente quando ci cammini dentro.

Un’altra tappa del viaggio, un altro ricordo che porterò con me a lungo.
